Nella conformazione della bellissima Villa Buonaccorsi – a Potenza Picena, in provincia di Macerata – è riconoscibile il genio di un illustre botanico del Seicento, il gesuita senese Giovanni Battista Ferrari (1584-1655), ai cui precetti sull’arte del giardinaggio sembra essersi ispirato chi ha creato tale meraviglioso parco affacciato sull’Adriatico.
Celebre per la presenza di numerose statue e sculture d’oggetto mitologico, di fontane e obelischi, di nicchie e giochi d’acqua, Villa Buonaccorsi ha un impianto risalente al XVIII secolo, ordinato in cinque terrazze disposte sul fianco di una collina e attraversate da siepi di alloro, peschiere e aiuole geometriche con la forma di losanghe e stelle colorate da curatissimi fiori.
La presenza del “giardino segreto”, l’allestimento della più alta delle terrazze – con la fontana centrale che evoca il Giardino dell’Eden da cui sgorgavano i quattro fiumi descritti nella Bibbia – e varie suggestive simmetrie numeriche e geometriche sembrano proprio influenzate dall’opera più famosa del Ferrari, il “De Florum cultura Libri IV”, la cui prima edizione risale al 1633, e di cui i conti Buonaccorsi conservavano in biblioteca una copia.
Così scriveva Ferrari nel suo libro: «Tra gli ingenui diletti di questa nostra mortalità non ce n’è uno più onorevole di quello che si trae dalla cura e dalla coltura dei fiori. Tanto che fu un “Orto di piacere” a raccogliere l’umanità appena nata come un infante in una culla fiorita […] Né altro che “Orto” ci viene raffigurato in quella divina stanza con il nome straniero di Paradiso».
Entriamo, con tali parole nella memoria.







Villa Buonaccorsi, il giardino del botanico gesuita
