Le sue creazioni sono un sunto della magnificenza del Barocco del Settecento. Pietro Piffetti è stato uno degli ebanisti più noti ed acclamati della sua epoca, dotato di uno straordinario talento che gli procurò la stessa considerazione ottenuta da illustri pittori e scultori. Il grande storico dell’arte Alvar González-Palacios usava definirlo “il maggior ebanista della penisola nel Settecento, ma anche uno dei più originali protagonisti del supremo arredamento dell’intero mondo occidentale“.
Dopo un breve apprendistato a Roma, a soli trent’anni Piffetti entra alla corte sabauda di Carlo Emanuele III, dove realizza alcuni capolavori assoluti e dove rimarrà per quarantasei anni, lavorando per i vari regnanti che si sono poi susseguiti. Il suo stile è “iper Barocco”, a significare la cura del dettaglio dei complessi motivi ornamentali che decoravano le sue creazioni. L’artista amava utilizzare materiali come avorio, tartaruga e madreperla che declinava su intarsi con figurazioni spesso tratte da incisioni fiamminghe o francesi.
Il talento di Piffetti si modulava sapientemente tra ricerca del particolare ornamentale e monumentalità delle forme. Celeberrimo il mobile a doppio-corpo, con anta ribaltabile e che divenne uno dei più apprezzati del mondo, ma anche il “Planetario”, realizzato intorno al 1740-1750 in legno e avorio e utilizzato per rappresentare il dinamismo tra Terra, Sole, Luna, pianeti e satelliti e che testimonia le conoscenze astronomiche del tempo.
Photos via:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Piffetti
https://www.guidatorino.com/eventi-torino/piffetti-ritrovato-mostra-venaria-2019-2020/
https://www.media.inaf.it/2018/03/20/pietro-piffetti-intarsio/
https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/ilmuseo/il-mobile-piu-bello-del-mondo/
https://www.gognasrl.it/antiquariato/blog-rassegna-stampa-pubblicazioni/personaggi-luoghi/pietro-piffetti-ebanista/






